Trittico della resa

 

Essere e non essere

 

Terminata la fase di ricerca sulle dinamiche interne al nucleo famigliare declinato in diversi aspetti: FAMILIA_una trilogia (Orfani/Pater familias/Hi Mummy), vogliamo con questa nuova trilogia, affrontare la questione del confronto tra l'io esistente e quelle che riteniamo essere le tematiche sociali che più profondamente interagiscono con questo.

 

L'idea di lavorare per capitoli, riflette l'intenzione di sviscerare l'oggetto della ricerca attraverso punti di vista, immagini, linguaggi e vicende differenti, aprendo così lo sguardo alle diverse e molteplici sfaccettature che un tema può assumere.

 

Questa indagine nasce dalla sensazione che l'uomo sia impossibilitato ad esistere, viaggi per il mondo, confrontandosi con la vita di tutti i giorni, portandosi appresso un corpo già morto.

Una sensazione di vuoto assoluto che, se assecondata, può essere tale da arrivare alla negazione della propria persona/esistenza.

 

non riesco a vivere - non esisto - sono già morto - non sono mai nato - sono nato morto – voglio morire - non riesco a morire

 

Questa incapacità ad esistere si riflette in tutte le attività che siamo obbligati a compiere.

Obbligati poiché nessuno, privo dell'essenza del vivere, è in grado di agire in totale autonomia; ci si ritrova allora a combattere la vita sul campo dell'esistenza, dove la battaglia è impari ed il risultato è scontato.

 

Unica alternativa è la RESA.

Una ritirata dal confronto intimo con le manifestazioni sociali del vivere, un rapporto superficiale, di facciata.

 

Sono le “cose della vita” che ci illudono di essere vivi. È il potere che esercitiamo sugli altri che ci fa credere di esserlo ancora. È l’incapacità, la paura o l’impossibilità ad uscire da questo corpo morto che ci rende schiavi del presente.

Ci troviamo quindi non del tutto al riparo dall'influenza dell'avvicendarsi di eventi del sistema sociale, questo infatti inevitabilmente preme sul fantasma della nostra esistenza. Quel barlume di corpo e sensazione che ci troviamo costretti a trascinarci dietro si confronta con la vita illuso di esserne adatto.

 

L'indagine si assottiglia e si concentra su quello che crediamo essere l'elemento che più crea in noi l'illusione di esistere. Il potere. Nel trittico andremo via via analizzando le declinazioni, i nomi, le forme e le fisionomie che questo prende.

 

In Cannibali vediamo un esercizio del potere quotidiano, familiare e comune, quelle piccole e grandi vessazioni cui tutti siamo stati sottoposti almeno una volta nella vita, quella sensazione di ineluttabile sottomissione dovuta ad una gerarchia sociale non scritta , ma perciò non meno crudele.

 

Con Educazione Sentimentale, il focus si allarga.

Tutti i personaggi, o quasi, sono inconsapevolmente alla mercé di un potere impalpabile. Ciascuno, indurito nelle proprie posizioni, continua un'esistenza chiuso nelle piccole ossessioni e quando questo ristretto mondo di certezze viene messo in discussione, la reazione è volta al mantenimento dello status quo, ricorrendo all'esercizio del potere machista e definitivo.

 

Ancora più distante, ma perciò non meno crudo, è il punto di vista di Cicatrici, capitolo conclusivo dei questa tripartita indagine.

Il Potere, qui, è quello dei monarchi e dei capitani d'industria, dei capi di Stato e dei capitribù. Un percorso tra le figure che nei secoli si sono avvicendate sul trono del potere, nel tentativo di espandere i propri confini di influenza, di mantenere il proprio ruolo di supremazia e comando, incuranti dei loro sottoposti. È uno spettacolo da cui sono sono esclusi i servi e i moderni cittadini e tutte le masse inconsapevoli che da sempre sono state costrette ad un  ruolo socialmente passivo ed esclusi ab origine dai ruoli di comando.

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