- la libertà dei ciottoli -

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la libertà dei ciottoli

 

Tutto ciò che ci circonda nelle sue molteplici diramazioni, da quelle che coinvolgono l’individuo nella sua sfera sociale a quelle che attengono alla vita su questo pianeta come habitat fino ai più piccoli aspetti della vita relazionale ed emotiva, è frutto delle azioni dell’essere umano.

Queste azioni sono la risultante di un numero infinito di scelte.

Le conseguenze di queste scelte modificano continuamente l’assetto dell’intero pianeta.

 

MA.

 

Quanto è libero l’individuo nell’operare queste scelte?

Quanto queste scelte sono pure, frutto di una deliberata ed autentica volontà?

Nel microscopico mondo delle relazioni quanto siamo condizionati nelle nostre scelte?

In quello che riteniamo essere il nostro ruolo, ad ogni livello, all’interno della società, quanto le nostre scelte sono libere?

Quanto ci coinvolgono, e ci negano autonomia e libertà, il brodo culturale in cui siamo immersi, composto a sua volta dalla risultante delle infinite scelte di chi è a fianco a noi, sopra di noi, prima di noi?

Quanto siamo liberi di scegliere quel che sarà dopo di noi?

 

Ci impegniamo e ci affastelliamo perché le nostre scelte siano coerenti ad un’immagine del mondo che vogliamo e che vorremmo, ma quanto davvero poi, non solo le nostre scelte sono incisive in questo senso, ma per lo meno libere, autonome, “pure”, in un qualche modo.

 

Il mondo occidentale si è dato un’agenda, delle coordinate (l’Agenda 2030 ONU).

Questi “buoni propositi” per il futuro chiedono delle scelte nel quotidiano.

Quanto davvero possiamo scegliere ciò che vorremmo scegliere?

 

Nel piccolo, nell’intimo, invece. La persona che ci sta accanto, l’abbiamo scelta in libertà ed autonomia? Siamo incatenati e non ce ne accorgiamo? Il nostro lavoro o il nostro non avere un lavoro è il frutto consapevole delle nostre scelte, è il figlio perfetto della nostra libertà? E questo divano, ci piace davvero?

 

Elettra Lamborghini, sceglie? Quelle scarpe, quegli amici, quel futuro?

E Emanuele Esposito, nato e cresciuto al quartiere Sanità, sceglie?

Sono scelte quelle? Sono liberi? Siamo liberi?

 

Se ci fermiamo e prendiamo in considerazione ogni singolo aspetto della nostra esistenza, quanto di noi, dell’autentico noi, vive in questi? E cos’è l’autentico noi? È l'espressione pura di un noi potenziale o è il frutto di una infinità di scelte che non ci appartengono, ma ci hanno plasmato, ci hanno levigato e fan sì che la vita ci scorra attorno modificando il proprio flusso in base ad una forma che abbiamo preso, ma di cui non siamo i primi autori?

 

Siamo ciottoli che fanno la corrente e nel frattempo ne sono modellati?

 

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Intendiamo articolare quest’indagine attraverso la realizzazione di tre differenti produzioni nell’arco di tre stagioni, mettendoci in relazione con altrettanti compagini artistiche nel tentativo di creare una fusione tra di linguaggi e di esperienze.

 

Per questo progetto stiamo cercando il sostegno produttivo di più soggetti sparsi sul territorio nazionale affinché all’arco temporale lungo corrisponda anche una prospettiva nazionale più ampia.

 

Il progetto si svilupperà con una fase di analisi, studio e progettazione per tutto il 2022, due produzioni nell'arco del 2023 (Maniaci d'Amore e Foscarini) e una nel 2024 (Sarteanesi).

 

Lavoreremo assieme ai Maniaci d’Amore, con i quali abbiamo già realizzato lo spettacolo “La Fabbrica degli Stronzi", che ha debuttato al festival Contemporanea di Prato e che è coprodotto dal Teatro Nazionale di Genova. La drammaturgia sarà affidata a loro, mentre per quel che riguarda la regia, come già accaduto, lavoreremo collettivamente.

 

Con i Maniaci d’Amore ci chiediamo quanto l'identità che ci rappresenta e ci mette in relazione con l’altro, sia frutto di una scelta, quanto ci sia di volontario nella gestione della propria identità e quanto sia distorcente la lente della nostra identità nell’analisi di quella altrui.

 

Nell’ottica di indagare un linguaggio finora non sperimentato direttamente abbiamo deciso di realizzare il secondo capitolo della trilogia la libertà dei ciottoli, con Francesca Foscarini, danzatrice e coreografa della quale negli anni abbiamo avuto modo di apprezzare il lavoro all’interno del quale sentiamo riecheggiare temi ed atmosfere a noi care e con la quale si è sviluppato un rapporto di reciproca stima ed affetto.

 

A lei sarà affidata in modo particolare la creazione della coreografia mentre per quel che riguarda regia e drammaturgia condivideremo le scelte e le decisioni.

 

Con Francesca Foscarini intendiamo indirizzare l’indagine su quelle scelte che hanno tutta l’aria di essere in realtà agiti, quei comportamenti che sono espressione dei vissuti emotivi conflittuali e vengono esplosi fuori da sé attraverso l'azione e non il linguaggio.

 

Il terzo lavoro sarà affidato in termini di drammaturgia e regia all’attrice ed autrice Francesca Sarteanesi con la quale abbiamo deciso di lavorare già per la produzione “In Crociera” e di cui sosteniamo il processo creativo coproducendo il suo spettacolo “Sergio”.

 

All’interno di questa produzione a recitare saranno, oltre la stessa autrice, anche i membri storici della compagnia.

 

La ricerca di Francesca Sarteanesi, indirizzata già sui temi della relazione umana, indaga qui l’incepparsi di questi rapporti, le incrinature che si manifestano e diventano urgenti e non più trascurabili.

 

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